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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

Chi ha detto che la magia non esiste?

Uno dei primi ricordi della mia infanzia deve la sua genesi a un libro di storie che mi fu regalato in un tempo che, ormai, sembra un secolo fa. Era un testo in cui erano raccolte una serie di storie, di favole e di fiabe, che leggevo con grande interesse poiché descrivevano mondi e scenari così irreali da risultare affascinanti. E in molte di queste realtà, di questi mondi simili e diversi dal mio, uno dei concetti cardine su cui poggiava l’intera struttura del racconto era la magia. Un concetto che ha subito numerose interpretazioni a seconda delle idee e dei contesti in cui era calato. Volendo, per esempio, inoltrarci nei sentieri della storia antica, possiamo notare che in molte civiltà del passato l’elemento magico riveste un ruolo chiave di enorme importanza, essendo il pilastro su cui poggia gran parte dell’apparato mitologico e sacrale delle civiltà medesime. Basti pensare alle leggende de tradizione greca prima e romana poi, oppure al complesso mitologico della cultura n
Cosa vuol dire amare? Un quesito di non facile spiegazione, colmo di molteplici sfumature, avulso dal carattere della relatività e facilmente degenerante in evidenti tautologie. L’amore è un concetto polivalente che, fin dalla nostra tenera età, ci è stato inculcato attraverso una serie insegnamenti sia morali che religiosi. Darne una definizione unitaria e universalmente valida potrebbe risultare un compito assai arduo, tenendo ben presente la natura poliedrica poc’anzi prospettata. In questo contesto, parlarne in termini di semplice emozione potrebbe risultare fin troppo semplicistico e generalizzante considerando l’illimitatezza del suo potenziale. Tuttavia, non sono qui oggi per dirvi cos’è l’amore in senso assoluto e universale. Manco, purtroppo, delle conoscenze e degli strumenti idonei a svolgere un simile compito. Oggi voglio dirvi cos’è l’amore per me, cosa significa per me amare ed essere amati. In un certo senso vi sto offrendo, per così dire, uno scorcio sul mio c
Buongiorno cari lettori, oggi vorrei portare alla vostra attenzione un argomento che viaggiava nella mia mente già da un po’ di tempo, ma che non ero ancora riuscito a esprimere nel modo giusto; almeno fino ad ora. Penso che tutti noi, almeno una volta nella nostra vita, abbiamo sentito pronunciare il famoso proverbio che recita: chi si accontenta gode. Espressione che viene utilizzata, nella maggior parte delle occasioni, per consolarci dopo una sconfitta oppure per farci desistere dal compiere qualcosa che potrebbe risultare troppo arduo per le nostre capacità. Personalmente mi capitava di sentirla molto spesso all’università, quando ci si organizzava per svolgere uno o più esami consecutivamente. Tuttavia, verrebbe e viene da chiedersi, l’accontentarsi, la rassegnazione possono davvero generare in noi soddisfazione? A questo proposito vorrei citare, per avvantaggiarmi nella spiegazione, una frase presa da una delle opere di Paulo Coelho: “non sei sconfitto quando perdi ma qu