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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

Angeli e Demoni.

Buon pomeriggio cari lettori, prima di iniziare la trattazione della tematica che oggi mi sono prefissato vorrei scusarmi con voi per la mia assenza in questi giorni. Purtroppo, come penso stia accadendo anche a voi ultimamente, sono stato investito e soffocato da una profonda sensazione di monotonia e di oblio tale da non avere la capacità mentale necessaria per dedicarmi ai miei lavori di scrittura. Tuttavia, grazie anche al sostegno delle persone che mi stanno accanto e quotidianamente mi dimostrano affetto, la mia mente ha finalmente abbandonato i toni cupi e grigiastri che la attanagliavano e si è nuovamente immersa in un oceano di tinte variopinte. Nei prossimi giorni riprenderà anche la rubrica “Noi e la storia” con un argomento che spero possa saziare la fame di curiosità e interesse che aleggia nelle vostre menti. E ora, senza ulteriori indugi, mi accingo a parlarvi di un argomento che ho deciso di mutuare dalla citazione presente in un libro che mi ha tenuto assorto

Si può definire la fede?

Buona sera cari lettori, sono qui oggi per condurvi all'interno di una discussione non semplice da affrontare, a causa delle numerose biforcazioni che ne potrebbero derivare. Oggetto del nostro dialogo sarà la fede, un concetto i cui contenuti sono mutevoli poiché fortemente soggettivi e non si prestano a una facile definizione. Tuttavia, vorrei comunque cimentarmi nella spiegazione di siffatta tematica tentando di affrontarla non per via di strumenti analitici, la mia infatti non sarà un’indagine scientifica, bensì attraverso un punto di vista più empatico, più personale. Ritengo invero che questo sia l’approccio più soddisfacente essendo che, è giusto farlo notare, la fede riguarda il nostro intimo sentire. Nell'esporvi queste mie riflessioni però, ho intenzione di avvalermi dell’ausilio di un maestro del passato, Biagio Pascal. In particolare, sulla scia di quanto è già avvenuto nel precedente articolo, citerò una parte di uno dei suoi scritti per sviluppare meglio i

Quando l'ignoranza giova.

Buonasera cari lettori, chiedo venia per la mia assenza in questi giorni e per la mancata pubblicazione dell’articolo che avevo preannunciato. I motivi di fondo a queste mie mancanze si biforcano: da un lato non nascondo di essermi lasciato trasportare dal clima festivo della Pasqua con pranzi e cene ricche di vivande; dall'altro ho ritenuto necessario dedicare all'argomento di cui volevo parlarvi un maggiore approfondimento, per potarvi una spiegazione chiara e concisa dei concetti contenuti al suo interno. Oggi, inoltre, sono qui per rendervi partecipi di una riflessione che mi è sorta mentre ero focalizzato sulla lettura di un passo di Nicola Cusano , filosofo del XV secolo e autore dell’opera De docta ignorantia , in cui emerge un concetto molto caro anche al pensiero socratico. Il passo cui mi riferisco è il seguente: “Una congrua adeguazione del noto all'ignoto eccede la ragione umana, sì che a Socrate parve di non sapere altro che di non sapere…. E altri disse

Conoscere il passato per costruire il futuro.

Buongiorno cari lettori, l’argomento che tratteremo oggi è frutto, lo confesso, di un’idea che è apparsa in maniera quasi istantanea mentre leggevo la biografia di uno dei grandi personaggi dell’epoca romana: Diocleziano. Un uomo fortemente ancorato alle tradizioni ma dotato di un marcato pragmatismo. Tuttavia, egli non sarà il soggetto destinatario del nostro discorso e delle nostre riflessioni. Mentre infatti mi accingevo all'analisi delle sue gesta, politiche e militari, ho iniziato a interrogarmi e a riflettere su quanto possa essere fondamentale conoscere la storia, e in generale il passato, anche a più di un millennio di distanza. Quando molto spesso ascolto persone dire che il passato è passato o che deve essere dimenticato, non posso fare a meno di pensare a quanto le loro affermazioni siano errate e non tengano conto dell’attuale contesto sociale, politico, economico, culturale e dell’enorme vincolo che lo lega alle vicende passate. Il passato, ciò che è stato, rappr

Rubrica: Noi e la storia. L'Inquisizione, genesi e motivazioni.

Buongiorno cari lettori, sono qui oggi per parlarvi, come da me preannunciato, del primo argomento della nuova rubrica “Noi e la storia” , il quale andrà a incentrarsi sulla genesi dell’Istituzione dell’Inquisizione. Si tratta di un argomento che non è stato facile per me da affrontare. È stato necessario, per fornirvi una spiegazione chiara ed esauriente, consultare e ricercare numerose informazioni molto spesso in conflitto fra loro. Quello che oggi andrò a esporvi non sarà un semplice racconto di storia o una mera narrazione degli eventi (per un siffatto fine le letture scolastiche sono più che sufficienti) poiché altrimenti sentirei di tradire quella che è l’essenza di questa rubrica: non una storia di fatti ma di uomini e donne come noi. Il mio intento è, in virtù di quanto ho appena detto, quello di riportarvi gli eventi così come io li ho interpretati e cercando di indagarne la ratio, il motivo alla base della loro genesi. Spero che il compito mi riesca e che possiate appre

Una nuova Tappa.

Buonasera cari lettori, sono qui oggi per inaugurare una nuova rubrica del blog il cui titolo è “Noi e la storia” . Si tratta di un’idea già da me partorita da un paio di giorni, per potervi offrire una varietà di argomenti e di tematiche onde evitare la monotonia che ultimamente regna sovrana. La rubrica, e con essa i suoi argomenti, ci condurranno in un viaggio all'interno dell’intricato e affascinante mondo che è la storia. Quest’ultima intesa non solo come sequenza di eventi appartenenti a un passato che ci appare ormai remoto, bensì come il lascito di coloro che hanno fatto parte di quegli eventi e dunque della storia medesima. Un altro dei motivi che mi ha indotto a dedicare al fenomeno storico un così largo spazio nel mio blog deriva dalla diffusa sottovalutazione cui lo stesso è soggetto. Molto spesso si affronta la storia con uno sguardo superficiale, soffermandosi quasi esclusivamente sulla narrazione degli eventi così come sono riportati. Tuttavia, ed è questo che a

La Terra e noi, una madre e i suoi figli

Buongiorno cari lettori, benvenuti in questo nuovo articolo dove vorrei discutere di alcuni pensieri che, da un po' di tempo a questa parte, hanno iniziato a riversarsi all'interno della mia mente. Il nostro Paese e la società tutta sono oggi scossi da avvenimenti che hanno risvegliato e amplificato il mostro della paura e del dubbio che purtroppo sa celarsi, come un predatore tra le siepi del nostro inconscio, in attesa del momento propizio per attaccare e iniziare a divorarci. A ciò si aggiunga anche questa condizione, quasi di prigionia forzata a voler estremizzare, che aggiunge ulteriore inquietudine alle nostre menti già ampiamente turbate. Tuttavia, vorrei farvi notare che se da un lato ci troviamo innanzi a una rappresentazione del reale avulsa dal drammatico e dalla criticità, dall'altro possiamo scorgere piccole oasi rigogliose che potrebbero e dovrebbero indurci a un’attenta riflessione. Nel corso di queste settimane sono state condivise, a mezzo di varie pia