Buongiorno cari lettori,
sono qui oggi per
parlarvi, come da me preannunciato, del primo argomento della nuova rubrica “Noi
e la storia”, il quale andrà a incentrarsi sulla genesi dell’Istituzione dell’Inquisizione.
Si tratta di un argomento che non è stato facile per me da affrontare. È stato
necessario, per fornirvi una spiegazione chiara ed esauriente, consultare e
ricercare numerose informazioni molto spesso in conflitto fra loro. Quello che
oggi andrò a esporvi non sarà un semplice racconto di storia o una mera
narrazione degli eventi (per un siffatto fine le letture scolastiche sono più
che sufficienti) poiché altrimenti sentirei di tradire quella che è l’essenza
di questa rubrica: non una storia di fatti ma di uomini e donne come noi. Il mio
intento è, in virtù di quanto ho appena detto, quello di riportarvi gli eventi
così come io li ho interpretati e cercando di indagarne la ratio, il motivo
alla base della loro genesi. Spero che il compito mi riesca e che possiate
apprezzare il mio lavoro anche solo leggendolo. Ma ora, senza ulteriori indugi,
è giunto il momento di riavvolgere il tempo e avventurarci insieme attraverso i
sentieri di una storia drammatica, controversa ma anche incredibilmente affascinante.
L’Inquisizione, genesi.
La nascita del Tribunale
dell’Inquisizione è databile negli anni compresi tra la fine del XII secolo e
gli inizi del XIII secolo quando la Santa Sede, avvertita l’insufficienza degli
strumenti di repressione fino ad allora utilizzati, decise di dare vita a
siffatta Istituzione per fronteggiare la diffusione dell’eresia ormai
dilagante. Si assiste, in tutta l’Europa, alla nascita di questi tribunali
ecclesiastici retti dai cosiddetti inquisitores i quali, in prosieguo di tempo,
saranno assistiti nel loro operato anche da altri commissari e da notai. È necessario
poi soffermarsi sulla natura non solo religiosa ma anche giuridica di questi organi giudicanti. Siamo infatti in un periodo in cui non vi è demarcazione alcuna
tra l’ambito pubblico del cittadino e quello religioso del fedele, sicché fra
queste due dimensioni del vivere sociale si viene formando una sorta di
connubio. Essere un fedele, e dunque essere parte della comunità
cattolica, rappresenta la condizione fondamentale per poter disporre di tutta
una serie di diritti e per poterli far valere nei confronti degli altri
consociati. Lasciando però da parte l’aspetto giuridico del fenomeno, si è
detto che esso inizia ad affermarsi come strumento di carattere punitivo contro
tutti coloro che praticassero la propria fede eretica e che dunque si discostassero
dal modello morale e religioso un tempo imposto.
Prendendo dunque in considerazione
questi dati, andiamo a interrogarci sull'avversione, ormai radicata, contro i
movimenti eretici del cattolicesimo e da dove essa origina.
Indubbiamente, determinanti
sono state le persecuzioni cui gli
stessi cristiani sono stati soggetti nel corso dei secoli precedenti e prima
della dissoluzione dell’Impero Romano. A tal proposito può essere citata, a titolo
di esempio, la persecuzione sistematica operata da Diocleziano alla fine del
III secolo d.C.
Tuttavia, affermare che
queste persecuzioni esauriscano il quadro delle cause che sono alla base delle
vicende e del quadro sociale poc'anzi illustrato sarebbe un errore. A ben
vedere si può affermare che a partire dal IV secolo d.C. si va diffondendo un
forte sentimento religioso e di attaccamento alla fede, destinato a trasformarsi
poi in fanatismo. La religione è avvertita sempre di più come una parte essenziale
del vivere quotidiano, senza cui la stessa società non potrebbe esistere alla stregua di un essere umano privo di colonna vertebrale. Parimenti essenziale è la
necessaria correlazione tra il potere temporale della Chiesa e il potere
secolare dell’Impero, due Istituzioni che si completano a vicenda e che collaborano
insieme attivamente.
Si tratta di nozioni
molto semplificatrici e riduttive in certi casi, tuttavia essere risultano
essenziali per poter capire il contesto socio-religioso in cui gli eventi si svolgono.
L’Inquisizione e il suo
operato, mito sfatato?
Avendo descritto gli
aspetti essenziali dell’epoca in cui l’Inquisizione va diffondendosi, passiamo
ora a riflettere sulle molteplici congetture e ipotesi circa la natura del suo
operato. Di solito, io ritengo, quando si analizza un’epoca storica o un
determinato evento che ha avuto una certa risonanza in passato, per poterne
cogliere l’essenza, occorre svolgere un’analisi oggettiva ed evitare di
giudicare il passato tramite categorie assiologiche tipiche della nostra epoca.
In tal senso, pensando all'Inquisizione la nostra mente viene fuorviata dalle molteplici
opere letterarie e cinematografiche ambientate in quel tempo. Elementi questi
che indubbiamente influenzano il nostro giudizio e ci fanno propendere per una
tesi piuttosto che per l’altra. Vi sto dicendo tutto questo non per trarvi in
inganno o in confusione ma, anzi, per far in modo che l’esposizione risulti
chiara e concisa. La materia oggetto di questo articolo è controversa, è impossibile negarlo: da un lato chi afferma che il Tribunale dell’Inquisizione ebbe come
unico scopo il massacro di tutti coloro che non si adeguavano ai dogmi morali e
religiosi del tempo; dall'altro chi ritiene che sia tutto frutto di mere congetture e
che le sanzioni capitali siano state comminate solo in rari casi. A questo
punto voi starete aspettando che io confuti l'opinione degli uni a favore degli altri e
invece, mi spiace deludervi, non farò nulla del genere.
Non ho intenzione di
giudicare il pensiero altrui, poiché non dispongo, mio malgrado, delle conoscenze
adeguate per farlo. Posso solo fornire un parere oggettivo, che alla fine è quello
che dovrebbe fornire ogni cultore della storia che si definisca tale. Si tratta
di due idee che potrebbero essere valide come potrebbero non esserlo. In base
ai dati che vi ho fornito potremmo supporre che, trovandosi innanzi ad alcuni inquisitores particolarmente severi e avulsi di fanatismo, alcuni innocenti
siano stati marchiati come eretici e bruciati sul rogo, quando il loro unico crimine è
stato pensare fuori dagli schemi. Tuttavia da qui a dire che il clero ha compiuto
un vero e proprio massacro giustiziando centinaia di migliaia di uomini e donne
innocenti c’è un abisso e anzi una simile versione potrebbe essere stata diffusa
dai movimenti anticattolici per screditare la Chiesa e indebolire la sua presa
sulle masse. Siamo dunque innanzi a un quadro in cui non prevale alcuna verità
assoluta, bensì un’idea che risulta più verosimile delle altre, tutto qui.
Siamo arrivati al termine
di questo percorso che mi ha affascinato e continua ad affascinarmi anche
mentre sto scrivendo queste parole. Ma ora vorrei conoscere la vostra idea
prevalente. Pensate che L’Inquisizione meriti una connotazione così negativa oppure
no?
Sono curioso di ascoltare
le vostre idee, volendo potete anche contattarmi al mio indirizzo mail thoughtsroom97@gmail.com e inviarmi
lì le vostre opinioni.
Vi auguro una buona
giornata, a presto!
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