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La Terra e noi, una madre e i suoi figli

Buongiorno cari lettori,
benvenuti in questo nuovo articolo dove vorrei discutere di alcuni pensieri che, da un po' di tempo a questa parte, hanno iniziato a riversarsi all'interno della mia mente. Il nostro Paese e la società tutta sono oggi scossi da avvenimenti che hanno risvegliato e amplificato il mostro della paura e del dubbio che purtroppo sa celarsi, come un predatore tra le siepi del nostro inconscio, in attesa del momento propizio per attaccare e iniziare a divorarci. A ciò si aggiunga anche questa condizione, quasi di prigionia forzata a voler estremizzare, che aggiunge ulteriore inquietudine alle nostre menti già ampiamente turbate. Tuttavia, vorrei farvi notare che se da un lato ci troviamo innanzi a una rappresentazione del reale avulsa dal drammatico e dalla criticità, dall'altro possiamo scorgere piccole oasi rigogliose che potrebbero e dovrebbero indurci a un’attenta riflessione.
Nel corso di queste settimane sono state condivise, a mezzo di varie piattaforme social, numerose informazioni circa la ritrovata salute della flora e della fauna locale e globale. La Terra sta tirando un sospiro di sollievo, purificando i propri polmoni a lungo contaminati dalle scorie delle nubi tossiche che ricoprivano, fino a poco tempo fa, i principali distretti cittadini del mondo. Non sono qui per fornirvi dati statistici certi circa, ad esempio, le diminuzioni della quantità di anidride carbonica rilasciata nell'atmosfera; ci sono, a mio parere, piattaforme più propriamente attrezzate per svolgere e fornire simili prestazioni. Io vorrei invitarvi a riflettere su quello che sarà il domani, il post epidemia. La mia speranza, lo ammetto apertamente, è che si acquisisca più consapevolezza e coscienza del proprio agire quotidiano e soprattutto che possa accrescersi sempre di più quel legame di solidarietà e collaborazione tipico di una società che voglia fregiarsi di attributi come moderna, evoluta e democratica. Io sono sicuro che, con un reciproco sforzo comune e mirando al miglioramento, nulla potrà ostacolarci e forse potremo restituire un po' di serenità a questo astro che noi chiamiamo Terra. Essa è stata ed è tuttora una madre che ci culla e ci fornisce il giusto sostentamento, ma noi, quale sua diretta progenie, abbiamo il dovere, non il diritto, di rispettarla e prenderci cura di lei, riservandole la stessa benevolenza che porgiamo soventemente ai nostri genitori e ai nostri affetti più cari. Può darsi che la mia sia utopia, e confesso di averlo pensato anche io, però sono le utopie che fanno evolvere il mondo e la società: un secolo fa era utopistico immaginare di poter raggiungere la Luna e invece oggi si è arrivati addirittura a progettare un viaggio turistico nell'orbita lunare. Questo per dirvi che l’essere umano è un sognatore, lo è sempre stato, e se sognasse di salvare il mondo dalla sua implosione allora ciò che ora è un’utopia muterebbe in realtà.
Spero che abbiate apprezzato le mie parole e vi invito a commentare per rendermi partecipe della vostra opinione.
Vi auguro una buona giornata, a presto!

Commenti

  1. In segno del mio apprezzamento, ma soprattutto perchè sono fortemente sensibilizzata dall'argomento, lascio in seguito il link alla pagina di STORYTELLER'S EYE con il mio commento. Grazie per avermi condotto a questa riflessione. Spero,continuando le letture sul blog,di trovare nuovi spunti riflessivi.


    https://www.storytellerseyeword.com/2020/04/empatia-loro-liberi-noi-in-gabbia-11.html

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